Nuovo Monastero di San Cipriano
Il progetto per il nuovo monastero delle Madri Benedettine di San Cipriano in località Prosecco è senza dubbio il progetto più totalizzante affrontato nel corso dei tanti anni di lavoro. Ad un tema di per sé complesso e delicato si è aggiunto il particolare contesto di realizzazione di un’opera unica nel suo genere. È stata prestata assistenza, in forma di volontariato, alle Reverende Madri del Monastero di San Cipriano in ogni fase di questo lavoro: dalla progettazione, al reperimento dei fondi necessari per la costruzione, dalla gestione del cantiere (eseguito per ragioni di budget in economia) sino alla catalogazione dei mobili ed al trasloco finale. La soluzione progettuale rispetta i canoni classici del monastero, secondo la Regola di San Benedetto: ovvero un edificio raccolto attorno ad un chiostro centrale con annessa chiesa per le funzioni religiose. Nessuna concessione a formalismi nemmeno nel dettaglio costruttivo. Al contrario ricerca di rigore e chiarezza; ricerca di semplicità ed economicità . Viste le notevoli dimensioni del complesso monastico (circa 5.000 mq di superfici coperte) ed il contesto in cui doveva essere realizzato - un bosco di roverelle sospeso sul mare - l’obiettivo principale era quello di realizzare un’architettura che, pur caratterizzata da una pianta di grande forza espressiva e da volumi notevoli, potesse inserirsi nell’ambiente dialogando con quest’ultimo. Senza però doversi nascondere, rinunciando all’impianto razionalista ed alle forme rigorose, o peggio ancora alla necessaria solennità umile dei suoi volumi. Secondariamente, e questo atteneva alla fase di cantiere, si voleva costruire un edificio già “esistente†ed “abitato†piuttosto che semplicemente un “nuovo†edificio. Le Madri avrebbero traslocato da un luogo abitato da oltre 600 anni ad un nuovo complesso realizzato in soli due anni di cantiere. I lavori gestiti in economia, l’utilizzo di materiali di recupero donati da privati benefattori, l’uso di sistemi costruttivi tradizionali quali le capriate in legno di castagno e più di tutto la condivisione da parte di tutte le maestranze che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera del progetto generale hanno - secondo noi - permesso di raggiungere l’obiettivo ricercato. Senza dubbio le parole più belle sentite nel giorno di inaugurazione del monastero sono state quelle di chi ha domandato se “avessimo restaurato un complesso esistenteâ€. Proprio così doveva essere nelle nostre ideali intenzioni. E forse così davvero in parte è realmente stato.