Sincrotrone

Nell’ambito delle realtà scientifiche non solo regionali ma nazionali ed internazionali è da menzionare il progetto del Piano Particolareggiato dell’area destinata alla macchina di luce di Sincrotrone, ideata e voluta dal professore Carlo Rubbia (Premio Nobel per la Fisica nel 1984) su un’area pari a 13 ha, correlata all’Area Science Park di Trieste. In tale contesto sono stati progettati gli edifici contenenti la “macchina di luce”, ossia l’anello di Sincrotrone a pianta circolare con diametro di 135 ml ed altezza media di 12 ml, l’edificio contenente le centrali di trasformazione dell’energia elettrica (1.000 mq) ed un primo edificio destinato ad officine ed uffici. In seguito è stato progettato l’edificio più importante per dimensioni e caratteristiche; tale edificio, denominato edificio T, a forma di “martello”, si sviluppa su una superficie pari a 7.500 mq e si eleva per tre piani fuori terra; al suo interno si trovano uffici, laboratori, un ristorante e sale di stoccaggio dei materiali. Le sue caratteristiche estetiche - come peraltro quelle degli altri edifici che compongono il complesso del Sincrotrone e che attorniano la macchina di luce - ripercorrono la tipologia dell’industriale ma sono “addolcite” - viste le sue funzioni - da ampie superfici vetrate rivolte verso spazi aperti opposti alla macchina di luce. Come particolare aneddoto si ricorda la scelta progettuale di riutilizzare gli inerti derivanti dallo scavo in roccia in sito (pietra carsica) per confezionare tutti i pannelli in calcestruzzo a vista di facciata degli edifici.